Storia dei pavimenti in agglomerato: parte III
Gli agglomerati cementizi composti da elementi prefabbricati costituiscono una delle più importanti novità ed il campo di sviluppo, nel XX secolo, nel mondo degli agglomerati.
In Italia la tecnica di compattazione dei minerali per ricavarne superfici calpestabili era ed è una specialità che risale ad alcuni secoli e che si riallaccia alle più antiche e preziose forme del mosaico greco paleocristiano.
Nei primi anni del XX secolo la straordinaria capacità di alcuni artigiani manifatturieri, frutto anche di valide scuole professionali, rese possibile lo sviluppo e la prosecuzione, poi anche nell’industria, del capitale culturale dell’arte pavimentale accumulata nei secoli.
La prefabbricazione aggiunse all’agglomerato non solo qualità ma anche e soprattutto una durevolezza quasi senza limiti. La prefabbricazione, infatti, consentì dei passaggi produttivi quali la “vibrazione dell’impasto”, la “compressione dell’impasto” e la “stagionatura controllata non possibili con le tecnologie del passato.
Col passare degli anni e con l’affinamento delle tecnologie la produzione delle marmette si adattò alle nuove richieste del mercato, iniziò quindi un processo di costituzione della marmetta e del marmettone non più solo su scala artigianale; vi fu uno sviluppo su scala industriale della marmetta ed una sempre più minuziosa tecnologizzazione del settore.
L’estro compositivo e la valente maestria dei produttori italiani, la varietà e la bellezza dei marmi d’Italia, la plasticità ed il legante idraulico migliore al mondo furono gli elementi che resero attuabili moltissime varietà e tipi di pavimentazione e che fecero dell’Italia il leader mondiale nella produzione delle marmette e dei marmettoni.